Vulvodinia: sintomi, cause e rimedi possibili

La vulvodinia è una malattia organica, ginecologica, conosciuta anche come Sindrome Vulvo Vestibolare (SVV), è un dolore vulvare e si manifesta principalmente con sintomi specifici come bruciore e dolore anche durante i rapporti sessuali. Questo disturbo colpisce principalmente la parte esterna della vagina e fino a poco tempo era una malattia pressoché sconosciuta. Il Sistema Sanitario Nazionale ha dichiarato che ne soffre circa il 15% delle donne e la fascia d’eta più colpita è quella della donne tra i 30 e i 40 anni.

Quali sono i sintomi di questa malattia? Esistono delle cure? Si può guarire? Cerchiamo di capirne di più!

Vulvodinia: che cos’è, sintomi e cause

La vulvodinia è un disturbo vissuto con particolare disagio. Generalmente questa malattia è causata dallo sviluppo di piccole terminazioni nervose che nascono in modo casuale a livello della vulva. L’origine in sé di questo problema è sconosciuta, ma si pensa che possa essere causata da un trauma, da una caduta o anche da un eccessivo utilizzo di antibiotici. Il disturbo può avere cause connesse tra loro e questo ne aggrava la sintomatologia.

I sintomi sono simili a quelli della cistite e proprio per questo motivo si tende spesso a confondere le due malattie. Le pazienti spesso riferiscono la comparsa dei primi sintomi in seguito a infezioni da candida o traumi fisici (biopsia, episiotomia, elettrocauterizzazione) o traumi psicologici. Questa malattia si manifesta quindi con un semplice prurito fastidioso fino ad arrivare a dei veri e propri crampi accompagnati dalla sensazione di avere chiodi o spilli all’interno della carne. Questa sensazione si acutizza in particolare in alcune situazioni come lunghi viaggi in auto o al contatto con l’acqua salata e si accompagna sempre con la sensazione di dover sempre urinare.

Sempre in merito alle cause non si può non fare riferimento ad alcuni comportamenti che potrebbero incentivare l’insorgere della malattia e in particolare: biancheria intima e pantaloni troppo stretti, eccessivo uso di detergenti intimi, attività sportive microtraumatizzanti (ad esempio cyclette o equitazione) e sostanze chimiche presenti nei medicinali ad uso topico come creme lenitive o lubrificanti vaginali.

Classificazione della vulvodinia

La vulvodinia è generalmente classificata in base ai sintomi e alla localizzazione del disturbo. Prendendo come riferimento i sintomi si può parlare di:

  • Vulvodinia provocata: i sintomi avvertiti sono causati primariamente da penetrazione vaginale, sfregamento o col semplice contatto.
  • Vulvodinia spontanea: sensazione costante di dolore o fastidio, anche senza stimolazioni di ogni tipo.

Prendendo invece a riferimento la localizzazione si parla di:

  • Vulvodinia generalizzata: il disturbo è localizzato nell’area vulvare, nel perineo e nella zona perianale.
  • Vulvodinia localizzata: il dolore è percepito solo in alcune zone e si parla di vestibulodinia (vestibolo) e clitoridinia (clitoride).

A queste si aggiunge la vulvodinia disestetica o essenziale che è la forma più frequente di vulvodinia che colpisce le donne nel periodo post menopausa e si manifesta con un dolore che si propaga dal retto alla zona uretrale.

Trattamento e rimedi

Il trattamento della vulvodinia è personalizzato dal medico in base ai fattori, ai sintomi, alla gravità e alla durata dei sintomi. In base a tutti questi aspetti viene definito un protocollo terapeutico specifico e il più completo possibile per avere i primi effetti entro qualche mese.

Il dolore può essere trattato con un massaggio e farmaci topici come lidocaina o il sodio cromoglicato. La terapia farmacologica può prevedere anche la necessità di utilizzare analgesici specifici e in caso di dolore cronico può essere prescritta l’assunzione di farmaci sistemici.

Alcune donne possono trovare sostegno anche grazie a interventi psicologici e nello specifico terapie sessuologiche in modo da ritrovare il piacere dell’intimità. A questi trattamenti si può aggiungere anche la fisioterapia con apposito allenamento del pavimento pelvico.