Oggi come oggi, selezionare un documento o una foto dallo schermo del computer e lanciarne la stampa risulta essere uno dei gesti più comuni e banali che possiamo eseguire durante la giornata.
Tuttavia, ci siamo mai domandati sé è sempre stato così semplice, oppure se, in un passato non troppo remoto, le cose fossero nettamente diverse?
Facciamo allora un salto indietro nel tempo, alla scoperta della prima stampante moderna, di come fu inventata e da chi.
Che cos’è una stampante e come funziona.
La stampante – come oggi siamo portati a concepirla – non è altro che un dispositivo esterno che può essere collegato in vari modi al computer.
Che sia connesso al pc tramite porta USB, piuttosto che mediante il moderno sistema di riconoscimento Bluetooth, lo scopo principale della stampante è di rilevare la porzione di testo o l’immagine che l’operatore intende riprodurre su carta.
La stampante, meccanicamente, presenta un rullo di scorrimento sul quale viene fatto girare il foglio bianco, mentre la matrice – ad aghi o a getto di inchiostro – imprime fisicamente i caratteri sulla superficie, fino alla riproduzione, completa e precisa, di tutto ciò che è stato selezionato come oggetto di stampa.
Storia della stampante
La necessità di riprodurre su carta le informazioni contenute in un dispositivo elettronico risale agli albori dell’informatica stessa.
La prima stampante, nel senso moderno del termine, la si può ricercare nel dispositivo che imprimeva su carta i segni del codice Morse dei primi telegrafi.
Andando velocemente avanti nel tempo, potremmo considerare che i primi computer, non essendo dotati di schermo, richiedevano necessariamente una trascrizione fisica degli input ricevuti.
A quell’epoca le “stampanti” producevano di fatto forature e segni standard che andavano poi interpretati in base all’alfabeto informatico.
Fino al 1970, infatti, è ben difficile poter rintracciare dispositivi in grado di stampare immagini e parole.
Il primo moderno dispositivo di stampa
E’ del 1971 la prima stampante laser vera e propria, assemblata dalla Xerox Corporation: si trattava di un’apparecchiatura molto ingombrante che, mediante la tecnologia ad impatto propria delle macchine da scrivere, permetteva di riprodurre fedelmente su carta i dati scritti a computer dall’operatore.
Le immagini e le parole venivano stampate sul foglio mediante un meccanismo composto da 12 aghi imbevuti nell’inchiostro.
Si trattava però di stampe ancora molto imperfette, che presentavano frequenti sbavature e colori ben poco definiti.
La vera svolta in termini di qualità di stampa arriverà grazie al sistema – di poco successivo – brevettato dalla Epson che impostava la stampa su una quantità doppia di aghi (che passarono da 12 a 24).
Gli anni ’80
E’ solamente negli anni del boom economico, tuttavia, che si assiste alla vera e propria rivoluzione della stampa, sia a livello di qualità delle immagini stampate, sia a livello di tecnologie applicate ai dispositivi stessi di stampa.
Nel 1982, ad esempio, la Canon lanciò sul mercato la prima stampante laser da tavolo, riuscendo a diminuire le dimensioni e l’ingombro dei dispositivi di stampa.
Da quel giorno chiunque poté dotarsi, in casa o in ufficio, di una stampante.
Due anni dopo, nel 1984, venne ideata, invece, la prima stampante inkjet, ovvero a getto di inchiostro: era la Thinkjet della Hewlett Packard.
La novità principale risiedeva nella diversa modalità con cui immagini e caratteri venivano stampati sul foglio: non più ad impatto, bensì tramite tecnologia termica che gettava – per l’appunto – le gocce di inchiostro direttamente sulla carta.
Tecnologia inkjet
Questa moderna tecnologia, concepita allo scopo di rendere ampiamente fruibile la stampa su larga scala, vide gli esordi, in verità, già negli anni ’50 con i primi brevetti della Siemens.
Il nome che si lega all’invenzione e al perfezionamento delle tecniche di stampa così come oggi la conosciamo, però, è fondamentalmente quello di Canon.
Fu un suo ricercatore, infatti, tal Ichiro Endo, ad inventare un meccanismo che permetteva di stampare da pc, gettando inchiostro sul supporto di carta.
La scoperta di Endo fu, come spesso accade in questi casi, più che altro fortuita ed accidentale: in pratica Endo si rese conto che una temperatura maggiore era in grado di provocare un aumento di volume dell’inchiostro che, riscaldato, fuoriusciva a spruzzo da un ago.
Fu così che nacque la prima vera stampante moderna.