Sono circa 10 anni che il duro mestiere del cuoco ha svelato tutti i suoi segreti, le sue difficoltà ed i retroscena delle cucine a tutto il mondo: merito dei reality americani, da Hell’s Kitchen a MasterChef, e delle loro controparti italiane.
Oramai Bastianich e Cracco sono più famosi di calciatori, attori e presentatori della Tv: la potenza mediatica dei fornelli, amatissimi da tutti gli italiani, ha dato nuova linfa e nuove prospettive di successo a chi si accinge ad intraprendere questo difficilissimo, ma gratificante lavoro.
Vediamo i 5 motivi per cui si dovrebbe scegliere il mestiere del cuoco.
Passione e creatività
Sfatiamo, innanzitutto, il mito che la creatività la si ha nel DNA. La creatività, in forme e misure diverse, è presente in tutti gli individui: la chiave per metterla in moto è invece la passione. E quella, purtroppo, non la si acquista al supermercato come si fa con gli ingredienti.
Il primo motivo per scegliere la carriera di cuoco deve essere senza dubbio quel fuoco che un vero appassionato sente dentro: se il vostro desiderio è perdervi fra i fornelli, in un bagno di frenesia e sudore, ma anche di gratificazione, allora avete già il primo motivo per mollare tutto e dedicarvi alla cucina in modo professionale.
Noi siamo quello che cuciniamo
Cucinare per il prossimo significa donare una parte di sé, quella migliore. Si dice che l’uomo sia quello che mangia: bene, nel nostro caso l’identità del cuoco è data da quello che cucina, da come lo cucina e in che modo sceglie di presentarlo.
Cucinare non è come fare l’impiegato in banca: è una forma d’arte e, nasce dalla personalità del cuoco e da essa si sviluppa nel piatto, fino a conquistare i clienti e a dare una soddisfazione personale pari a quella che un pittore riceve quando vende un quadro.
Se avete passione per le pentole e sentite il bisogno di sfogare la vostra creatività spennellando su un piatto, adesso avete due ottimi motivi per intraprendere questo lavoro, magari iscrivendosi ad uno dei migliori corsi di formazione professionali per cuochi.
Fuga di cervelli
Fare il cuoco è un lavoro durissimo e stressante: questo è inutile nasconderlo. Persino il più bravo dei dilettanti fatica ad arrivare a fine mese per via dell’elevatissima concorrenza e delle prestazioni sottopagate. Il cuoco sa a cosa si va incontro: studio, gavetta, sudore.
Il sapere cosa si dovrà affrontare, però, non implica che lo si debba affrontare in Italia. L’estero è colmo di paesi che adorano la cucina italiana e che apprezzano quello che da noi viene dato oramai per scontato: la straordinarietà della nostra cucina.
Lavorare sodo, migrare in Australia e aprirsi un proprio ristorante è più di una fuga: è un sogno più che realizzabile.
Le nuove rockstar
Un tempo il cuoco lo si immaginava sporco e col suo buffo cappello, oggi invece lo si immagina con la cresta tinta, con la giacca stravagante, con l’accessorio fashion sempre in vista.
Merito della televisione, che ha trasformato il faticatore dei fornelli nella rockstar delle cucine, dei ristoranti e dei reality.
Molti lo vedono come un difetto, ma se si è bravi e anche un po’ personaggi, oggi la notorietà la si può trovare dietro l’angolo.
Un mestiere versatile
È un mestiere che non si limita al ristorante dietro l’angolo: fare il cuoco dà la possibilità di viaggiare e di scegliere diverse location in cui lavorare.
Lo si potrà svolgere in crociera, o all’estero, o in un hotel, o ancora in mezzo alla strada, come gli ambulanti.
Le occasioni non mancano di certo e, con un pizzico di inventiva, si può anche trovare una soluzione che diventi la nuova moda del momento. Con relativo guadagno economico.