Finibus terrae è il nome anticamente attribuito al Capo di Leuca (fonte Smleuca.it), territorio compreso tra Punta Méliso a est e Punta Ristola, nell’ambito del quale sorge il centro di Santa Maria di Leuca, la bianca, in virtù dei riflessi delle sue alte scogliere a picco sul mare; sulle cui rocce svetta il faro (il secondo più alto d’Europa), vicino al settecentesco Santuario di Santa Maria di Finibus Terrae (da cui parte la lunga Scalinata Monumentale e la Cascata, che riversa le sue acque in mare), dinanzi all’estremo di Punta Méliso.
Al di sotto, il molo e il porto turistico.
Nell’alta scogliera, grotte e calette
La costa meridionale del Salento è piuttosto rocciosa, particolarmente ricca di poderosi anfratti, grotte sommerse o semi-sommerse, spesso attraversate da correnti d’acqua fresca, talvolta dolce. I giochi della luce sulle pareti interne e sulle stalattiti (a volte filtrando da fessure nella parte alta della roccia) creano suggestivi riflessi, iridescenze, tali da indurre l’occhio a percepire ombre e forme fantastiche, da cui traggono origine i nomi delle stesse grotte. In un recente passato, queste fungevano da riparo per i pescatori, specie nelle dure giornate di tempesta. Ad oggi, una buona parte delle grotte sono accessibili e raggiungibili a nuoto (da parte di adulti), o visitabili per mezzo di escursioni guidate, in barca.
Relativamente alla costa di Santa Maria di Leuca, volendo individuarne punti di particolare interesse e accessi al mare, principiando dal versante levantino, prima di Punta Méliso, si incontrano alcune grotte – spesso tra loro comunicanti in un vero e proprio sistema — ovvero: Le Sciancagghie, la Grotta del Soffio, le Grotte di Vedusella, di Purraru, le Grotte di Terrarico.
Ancora, oltrepassata Punta Méliso, s’aprono le Grotte Cazzafri; queste precedono il Porto e alcune spiaggette del lungomare (Spiaggia Libera e Lido Azzurro). Mentre Grotta della Porcinara, vicina alla Torre dell’Omomorto, custodisce epigrafi antiche, quale santuario messapico; si è nelle limpide acque di Punta Ristola, dove l’omonima caverna restituisce importanti testimonianze d’età preistorica.
Da qui, risalendo a ponente, altre bocche rocciose, numerose, continuano ad attrarre per bellezza e per le leggende che da sempre ispirano: tra queste, la Grotta del Diavolo, nel cui antro risuona in strani sibili il lamento del vento. Al di là di calette e accessi al mare più o meno agevoli, quali il Tramonto di LeucaDueMari e Baia delle Sirene, un’altra cavità marina, la Grotta del Presepe, ricorda nel complesso di piccoli antri calcarei e stalattiti la scena della natività; mentre la Caverna dei Giganti veglia sui fossili di grossi pachidermi e rilevanti reperti della civiltà musteriana.
Più a nord (si è in località Marina di Felloniche, sulla scogliera il bel rudere di Torre Marchiello e la cala dell’Antico Scalo di Leuca), la Grotta del Drago colpisce per i suoi riflessi verdi, che animano un immaginario drago suggerito dalla stupefacente conformazione di una grossa stalagmite.
In quest’ultimo specchio di mare, calette e lidi sabbiosi alternati a scoglio guadagnano vie al mare, come per lo stabilimento Piscina Naturale, Acqua Park Blue night o per la Spiaggia di Felloniche. Più su, la Spiaggia di San Gregorio incanta per limpidezza e per la memoria dell’antica Vereto, mentre ancora più a nord s’incontrano i ridenti lidi sabbiosi di Torre Vado e Marina di Pescoluse.
Come visto sinora, il Capo di Leuca si distingue per bellezza selvaggia e arcaica del paesaggio, e per la sua eredità storica, attestandosi paradiso per gli amanti del trekking oltre che del mare. Inoltre, occorre guardare al gusto delle Ville in stile liberty e moresco, del quale si arricchisce l’abitato di Santa Maria di Leuca.